#4 – Rivista CFM

Nel 1966 (nessun errore, esattamente 57 anni fa), Kenneth Boulding, un economista pacifista, ipotizzò per la prima volta l’idea che l’umanità fosse costretta ad operare un radicale cambiamento: passare dall’economia del cowboy (di chi ritiene di avere spazi e risorse illimitate) a quella dell’astronauta (di chi è cosciente della disponibilità ridotta di spazi e di beni). Abbiamo talmente preso sul serio quel grido d’allarme da far peggiorare la situazione ai livelli attuali, senza, a quanto pare, aver ancora toccato il fondo. Aggiungere, dunque, qualcosa di nuovo, di significativo, di profondo al diluvio di contributi scientifici e di ogni altro tipo che già circolano, appare un esercizio destinato al fallimento. Eppure, in questi tempi così compromessi, nessun tipo di indifferenza è ammessa di fronte a questo – si spera non irreversibile – dramma. Nella consapevolezza delle enormi responsabilità e del ruolo, probabilmente decisivo, giocato dalla politica e dai poteri forti, nessuno può chiamarsi fuori, restare in panchina a guardare mentre la casa brucia. Si può avere come punto di partenza un dato sconvolgente: la scomparsa della specie umana sarebbe salutata da tutte le forme viventi e dall’intero pianeta come un evento salvifico. L’esistenza di ogni essere umano implica un prezzo severo pagato da ogni altra forma di vita e dalla natura stessa. È sufficiente custodire questo fatto elementare e incontestabile per sviluppare una maggiore attenzione nel compiere quella miriade di piccoli gesti che compongono il nostro vivere quotidiano. Come non prendere in seria considerazione uno stile di vita più sobrio, come non prendere in forte antipatia ogni forma di spreco? Da queste parti siamo tutti ospiti e come tali dovremmo comportarci. Come possiamo essere ciechi dinnanzi alle ferite inferte alla terra, sordi al suo lamento? Rasserena vedere che al Centro le attività ruotano intorno al recupero piuttosto che alla produzione e si cerchi – vedi il negozio equosolidale – un’alleanza con l’ambiente e non un suo avvelenamento quando si tratta di beni alimentari. Davvero non è possibile trovare un sistema di vita alternativo, una sincera ricerca di maggior equilibrio? Come sempre le risposte, forse, non si trovano fuori di noi, ma dentro di noi. Per citare alcuni versi rubati alla poetessa Mariangela Gualtieri Ringraziare desidero … per l’anima, perché se scende dal suo gradino, la terra muore. Forse c’è anche bisogno di questo: un po’ di poesia.

di Giuliano Valagussa

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